Il portale, alto cinque metri, è in granito bianco di Montorfano e la parte superiore è costituita da decorazioni a stucco. Gli elementi verticali giocano sulle modanature con una scanalatura centrale molto profonda che viene ripresa anche sull’architrave sagomato. Le decorazioni a stucco si compenetrano con quelle in pietra sia sulla chiave di volta che sulle lesene laterali dove le mensole decorate interrompono il granito rendendo il portale un tutt’uno senza distinzione di materiale, se non ad uno sguardo attento e da vicino.
Villa Rusconi
Pallanza. Aprile. Le sei di sera. Una barca piatta sull’acqua. Dietro siedono, uno accanto all’altra. Marie e Barois, la schiena rivolta verso la città, la cui animazione non li raggiunge più. Intorno, il lago palpita appena. Un procedere senza scosse e lento, dentro una luce grigia, intensa e velata ad un tempo. La luna sta così alta nel cielo che bisognerebbe rovesciare la testa per scorgerla; il suo splendore, diffuso nel vapore, isola la barca al centro di un’immensità pallida e silente. Avanti, il dorso del barcaiolo si incurva e si rialza; la camicia, il pantalone di tela, formano due punti chiari nebulosi; il volto, le mani, i piedi nudi sono neri come quelli di un’icona. Barois non può distogliere i suoi pensieri dalla separazione imminente. Marie, la fronte inclinata indietro, fuori del tempo e dello spazio, dissolvendo la sua anima nella fluidità del cielo e dell’acqua, si inebria, come se non ci fosse più niente fra lei e Dio. Improvvisamente uno sbuffo odoroso, caldo come l’alito di una bocca, le rose, le viole ciocche, le iris, i cedri, gli eucaliptus dell’Isola di San Giovanni. La mano di Barois cerca quella di Marie che, reclinata indietro, lascia pendere il braccio scoperto nella scia; la frescura persistente dell’acqua circonda loro i polsi. Sette tocchi risuonano da un campanile; sulla riva opposta un’eco ripete i sette colpi con durezza, come un gong. Rientrano verso Pallanza.
Roger Martin du Gard (premio Nobel 1937) JEAN BAROIS Parenti 1956
Il paesaggio della nostra città è un paesaggio di acque, giardini e... pietre. Pietre che diverse per caratteristiche, gusto e lavorazione decorano e rendono monumentali gli ingressi degli edifici storici della città.
Questo sito internet e l'agile e intelligente volume frutto di un accurato lavoro di ricerca, documentazione e fotografia ci accompagnano nella loro scoperta, in una passeggiata che unisce la storia e l’architettura
degli edifici a quella degli uomini e alle loro narrazioni.
Un modo nuovo e insolito per guardare con occhi diversi luoghi conosciuti, o per accompagnare i turisti in passeggiate meno consuete alla scoperta della città.
I portali al centro del progetto aprono a nuove prospettive e delineano un percorso di visita che dipanandosi quasi per un millennio attraversa Pallanza e Suna, prima tappa di un percorso che,
ponendo al centro il patrimonio cittadino, costruisca a partire da esso progetti di valorizzazione e promozione turistica.
Monica Abbiati, Assessore alla Cultura del Comune di Verbania
Add comment