19via Partigiani 93

Il portale è caratterizzato da un arco acuto con conci delle arcate in serizzo, concio d’imposta più largo e chiave di volta con incisione antropomorfa. Portali simili si trovano nei dintorni in via degli Scalpellini, via Broferio e via Baldini angolo via Troubetzkoy.


Nel territorio verbanese, all’interno di nuclei abitati di notevole antichità, quali ad esempio Suna e Cavandone, si osserva l’usanza delle genti del passato di incidere figure schematiche su architravi e montanti in pietra che costituiscono gli ingressi di abitazioni private, le quali, nei casi in cui vi siano attestazioni di datazione, appaiono
risalire a un arco cronologico che va dal XIII al XVI secolo.
Si tratta di figure che furono comuni a molte civiltà e a luoghi distanti, ma che sembrano legate da un invisibile filo conduttore protrattosi nei secoli e nei millenni. Alcuni di questi sono indubbiamente simboli cristiani che segnavano in maniera pervasiva lo spazio abitativo, ponendolo sotto la protezione divina. Altri simboli paiono celare significati più complessi, che affondano le radici nella preistoria, ma la loro funzione – nel medioevo – resta
quella apotropaica come contrassegno e protezione di case, stalle e anche edifici ad uso comunitario.
Le incisioni compaiono prevalentemente al centro di architravi in pietra monolitici, sostenuti ai lati da mensole e piedritti verticali.
I grandi conci degli architravi possono essere sagomati in forma triangolare, a richiamare una sorta di timpano, ricurvo (cosiddetta “a dorso”) o rettangolare. Le incisioni sono tracciate in genere al centro dell’architrave o in composizioni di più segni disposti anche ai lati. Più elaborato e di cronologia solitamente più tarda è il
portale ad arco, sempre realizzato in conci di pietra. Nei portali ad arco le incisioni, più rare, compaiono in genere sulla chiave di volta. A Suna in particolare si osservano sia alcuni architravi monolitici, sia conci di arcate, che recano incise figure alberiformi, ovvero segni, espressi in modo più o meno veristico, raffiguranti alberi. Di solito sono costituiti da una lunga linea verticale – il tronco dell’albero – da cui si dipartono altre brevi linee dirette verso il basso – le radici – o verso l’alto – i rami. Rintracciare l’origine di tali simboli è molto difficile, poiché essi rappresentano il frutto di un intreccio inestricabile di acquisizioni culturali che si perpetuano da millenni. In particolare, nel contesto del Medioevo cristiano, l’albero è da intendersi come una trasposizione del simbolo salvifico della croce. A conferma di questo significato vi è, tra gli altri, anche un architrave di Suna in cui all’albero centrale si affianca un segno a S coricata che sembra da ritenere una stilizzazione di serpe, con rimando al Male.

Fabio Copiatti, Elena Poletti,
A PROTEZIONE DELLA SOGLIA.
SIMBOLI INCISI SU
ARCHITRAVI LITICI
TARDOMEDIEVALI A SUNA


Per saperne di più:
Antonio Biganzoli, Incisioni antropomorfe di cultura preistorica su architravi medioevali, in Il territorio segnato, Verbania 1998.
Oliviera Calderini, Alberto De Giuli, Segno e simbolo su elementi architettonici litici nel Verbano Cusio Ossola, Ivrea 1999.
Fabio Copiatti, Elena Poletti Ecclesia, A protezione della soglia. Simboli incisi su architravi di edifici medievali nel Verbano Cusio Ossola, in «Bollettino Camuno di Studi Preistorici» 2015.

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