Portale in granito bianco di Montorfano bocciardato.
Casa Franci-Castiglioni
Fui svegliato dal campanone della parrocchiale di Pallanza che suonava la messa. Era domenica, infatti, e avevo dormito fino alle nove. Appena misi fuori la testa dal telone vidi Matilde e l’Orimbelli sul molo, coi loro bagagli al piede. «Ho capito che dormivate ancora» disse lui «e non ho voluto svegliarvi». Con le campane che tuonavano nel cielo, lasciammo il porto diretti a Santa Caterina. Avevo dormito poco e mi sentivo stanco. La giornata si annunciava splendida e la sponda, allontanandosi, mi mostrava l’Isolino, presso terra, e la punta della Castagnola poco oltre, con qualche globo di foglie già rosse o gialle tra il folto degli alberi. L’autunno di quell’anno stava mettendo piede sul lago, silenziosamente e quasi di soppiatto, come un inserviente invisibile ma rapido nei movimenti che avesse l’incarico di cambiare lo scenario di un palcoscenico, per prepararlo all’ultimo atto di una commedia o di un dramma. Durante la traversata raccontai a Matilde la storia del Beato Alberto Besozzi che si era fatto eremita alcuni secoli prima sulla roccia a picco di fronte a noi, dopo essere scampato all’annegamento durante un naufragio, proprio nelle acque che stavamo navigando. «Il Beato Alberto» disse «prima del naufragio era un mercante, o meglio un usuraio che andava facendo i suoi affari nei paesi del lago. Un giorno fu preso dalla tempesta e il suo navicello si rovesciò. Riuscì a raggiungere la riva a nuoto, ai piedi di quella parete rocciosa. Veniva da Intra, dove aveva guadagnato, speso, trovato donne, amici e nemici».
Piero Chiara LA STANZA DEL VESCOVO Mondadori 1976
Questo palazzo era l’antica dimora della nobile famiglia Franci-Castiglioni che diede i natali a illustri personaggi tra cui Sebastiano, collaboratore del giornale Caffè di Pietro Verri. Nel 1811 la casa fu acquistata dall’avvocato Giuseppe Antonio Guglielmazzi, vice prefetto e vice intendente generale della allora provincia di Pallanza. Sulla facciata dell’edificio una lapide ricorda un altro Guglielmazzi, Pietro, canonico e nipote del precedente.
Il paesaggio della nostra città è un paesaggio di acque, giardini e... pietre. Pietre che diverse per caratteristiche, gusto e lavorazione decorano e rendono monumentali gli ingressi degli edifici storici della città.
Questo sito internet e l'agile e intelligente volume frutto di un accurato lavoro di ricerca, documentazione e fotografia ci accompagnano nella loro scoperta, in una passeggiata che unisce la storia e l’architettura
degli edifici a quella degli uomini e alle loro narrazioni.
Un modo nuovo e insolito per guardare con occhi diversi luoghi conosciuti, o per accompagnare i turisti in passeggiate meno consuete alla scoperta della città.
I portali al centro del progetto aprono a nuove prospettive e delineano un percorso di visita che dipanandosi quasi per un millennio attraversa Pallanza e Suna, prima tappa di un percorso che,
ponendo al centro il patrimonio cittadino, costruisca a partire da esso progetti di valorizzazione e promozione turistica.
Monica Abbiati, Assessore alla Cultura del Comune di Verbania
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