22Via Troubetzkoy 13

Il portale/cancello d’ingresso, rivisitazione degli ingressi dei giardini della regione, è formato da due scagliola formato da pietre del lago, delle valli (granito, beola, serizzo), e del vicino Canton Ticino. Dal elementi in granito verde di Mergozzo lavorati a taglio di sega e incastonati nel muro a portale si intravede l’ingresso alla villa evidenziato da due grosse colonne in granito verde con superficie lucida.
Una componente di questa costruzione, o meglio la componente principale è la pietra e in secondo luogo il cotto.
Nell’insieme dell’edificio non so quale osservazione o ossessione sia stata per me maggiore: il materiale o l’architettura di molte ville.
Lo studio o l’osservazione, che sono poi molto simili, delle pietre, è stata per me molto importante. Credo che tra le discipline insegnate al Politecnico di Milano i corsi di mineralogia e chimica fossero per me i più affascinanti.
Come ho scritto altre volte, quando guardo i monumenti osservo soprattutto come lavorano le varie pietre, e ­ come ha scritto il grande architetto italiano Pier Luigi Nervi ­ cerco di valutarne il peso.
Il peso di una costruzione è impressionante ed è parte della statica: spesso mi chiedo quale nuovo materiale possa sviluppare una condizione analoga.
Penso alla “plastica” in termini generali, ma sono troppo ignorante (non solo dal punto di vista tecnico) sulla sua natura.
Le pietre usate nella villa di Suna sono essenzialmente il granito nelle sue varietà cromatiche e strutturali, come ad esempio nel Montorfano e nel Baveno. È noto come queste pietre hanno costruito Milano e sono state usate particolarmente dal Borromeo. Ho posto la pietra come i vecchi muri di “scagliola”: non so quanto questa dizione sia dialettale ma si tratta in sostanza di una muratura a scaglie di pietra di diversa lunghezza e formato. Così cambia il colore con i diversi grigi del granito e della beola.
Questo tipo di costruzione lenta da realizzare costituisce la caratteristica principale dell’alto Verbano e della val Sesia (come di altre zone alpine).
Questa tecnica, abbandonata nelle costruzioni comuni, ritorna nelle ville del secolo scorso e del principio di questo. Qui viene unita al cotto: finestre, cornici, colonnine e ogni parte decorativa. Queste ville (o case di villeggiatura per la loro lontananza rispetto alle ville patrizie) presentano alcuni tra i migliori esempi dell’architettura romantica.
L’architettura romantica, per cui ho interesse particolare, aveva risolto il problema dello stile non attraverso l’uso del frammento, ma accettando lo stile come qualcosa di immutabile: come un “museo”, un “museo” dove ogni pezzo era non modificabile.
Da qui, quel tanto di surrealismo nelle costruzioni realizzate, e il surrealismo non può avere progressi. Questa e altre questioni hanno sempre creato in me una specie di amore coatto, simile a quello che provo per i Sacri monti.

ALDO ROSSI: VILLA SUL LAGO MAGGIORE. PROGETTO DI VILLA CON INTERNO
a cura di Margherita Petranzan;
con la collaborazione di Massimo Scheurer e Luisa Taddei
Il cardo 1996

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