Museo del Paesaggio

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Portale in granito bianco di Montorfano dalla forma articolata, quasi un doppio portale formato da un portale interno con elementi bugnati e da uno esterno con elementi lisci uniti dalla cornice orizzontale sopra i piedritti. Nello spazio interposto tra i due portali sono inseriti due medaglioni con decorazioni floreali.


Un tempo era venuto a Pallanza il D’Annunzio, alla villa ospitale in Castagnola; reduce da una gita a Cavandone, egli veniva magnificando una diruta torre longobarda di segnalazione, solitaria e pittoresca sul pendio con la distesa aperta delle Borromee al basso. Il Viani, ch’era presente, possedeva appunto quella torre e disse al D’Annunzio che, se si fosse impegnato a ricordare in qualche suo romanzo l’antica famiglia pallanzese dei Vianí, gliel’avrebbe donata. Il D’Annunzio facilmente annuì e naturalmente poi dei Viani di Pallanza nei suoi romanzi non si ricordò più; ma il Viani scrisse una precisa lettera di offerta. Poco tempo dopo il D’Annunzio si recò dal Troubetzkoy e lo scultore modellò il ritratto del poeta, elegante, sottile e armonioso, seduto e intento a fumare. Ne trasse due bronzi e il poeta pregò il Troubetzkoy che gliene cedesse uno. Questi, chi sa perché, s’impuntò a volere cinquemila lire che il poeta pare non avesse. Il D’Annunzio gli fece una proposta: invece delle cinquemila lire gli avrebbe dato la torre a lui ceduta dal Viani, e mostrò la lettera. Si recarono a vedere la torre, che piacque al Troubetzkoy il quale l’accettò e diede il bronzo. Poi, più tardi, «possedendo già la torre», comperò il terreno sottostante, sebbene ve ne fossero dei migliori, e fece costruire il padiglione di lavoro e la villa, vicino alla sua torre più in alto. Ma toccò poi al Troubetzkoy una sgradita sorpresa: recatosi a visitare un ricco cultore d’arte straniero a Pallanza, si sentì fare la consueta domanda: – Paolo, perché ti sei costruito la villa proprio lì? A cui rispose nel modo consueto: – Avevo già la «torre». Me l’ha data D’Annunzio. – La torre? La torre è del mio maggiordomo. L’ha comperata all’asta Viani… Il Viani, più gran signore e artista che banchiere, era fallito e tutto il suo era andato all’incanto, compresa la torre di Cavandone che appunto era stata dal maggiordomo acquistata per 500 lire!

Luigi Rossari
ARTISTI SUL VERBANO NEI PRIMI ANNI DEL SECOLO,
in «Verbanus» 7-1986


Palazzo barocco costruito nella seconda metà del Seicento dalla famiglia Viani. L’imponente caseggiato, un tempo contornato da un ampio giardino, prende il nome dall’ultima proprietaria appartenente al nobile casato pallanzese, Teresa Viani sposata con il marchese Giulio Dugnani di Milano. Affittato dalla famiglia Arconati, nel 1850 le sue stanze ospitarono un cenacolo culturale frequentato da Alessandro Manzoni, Ruggero Bonghi, Giovanni Berchet. Dal 1914 è sede del Museo del Paesaggio e ospita oltre alla gipsoteca dello scultore impressionista Paolo Troubetzkoy le sezioni scultura e pittura.

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