6piazza San Leonardo 6

Sulla parete composta da rocce metamorfiche e trovanti, sono visibili due arcate, una inferiore con un arco a conci trapezoidali in pietra granitoide simile al serizzo e una superiore in cui si trova inserita una lastra di pietra d’Angera che, unita a lastre di serizzo, compone un secondo portale.


Nei primi decenni del Duecento molti da Castello avevano abbandonato il borgo avito per trasferirsi a Novara o in altri centri del territorio diocesano, ove possedevano terre e castelli. Altri erano rimasti sul luogo, ove durante il XIII secolo avevano costruito un castrum nel burgo, a due passi dalla riva del lago, in vicinanza del torrente Cantelio, proprio di lato al luogo ove ora sorge la grande basilica di San Leonardo. La prima notizia di questa fortezza risale al 26 novembre 1323 e si riferisce ad una sentenza arbitrale, proferita “in burgo Palantie, in castro de Cantelio”, da Giacomo da Velate, assistito da Aicardo da Nibia e da Alberto Bollino, nonché da Tizio e Brunasio Barbavara, stretti parenti dei figli di Guido Barbavara da Castello, proprietari della fortificazione. Costoro, cioè Giorgio e Giacomo, avevano deciso di dividere i beni che avevano in comune e non trovando un accordo ricorsero all’arbitrato dei parenti; il 26 novembre il lodo assegnò a Giorgio «la metà della torre di Cantelio, che è a settentrione, cioè verso la postierla, e tutta la scorta dei cereali depositati in quel luogo, nonché la sala con camino e le due camere seguenti sino al primo pilone del palatium, che sorge verso occidente, ove inizia la parte toccata a suo nipote Guidetto. Ed inoltre il cortile tra queste abitazioni e le scale che salgono alla porta della torre». Gli arbitri suggerirono anche il modo di dividere per metà la medesima torre: «si farà un muro a spese comuni che dividerà la torre e sarà di pietre e malta, alto fino al primo tassello e largo un braccio. Dal primo tassello in su si farà un muro o una chiusura con assi come piacerà alle due parti». Giorgio ebbe inoltre altre costruzioni e cantine, nonché la metà del chioso del castello. A Giacomo sarebbe spettata l’altra metà della torre con la parte della fortezza verso levante, mentre il porto del castello e la riva del lago sarebbero rimasti comuni. Da alcuni accenni sappiamo infine che in precedenza erano state divise le armi, le balestre e più di mille saette. Purtroppo la documentazione non fornisce altre indicazioni su questo castrum, ancora attivo nel 1536; infatti sulla riva del lago, tra i due porti del castello dei Barbavara, era solito riunirsi il Consiglio di vicinia di Pallanza e il 27 dicembre di quell’anno i credenzieri elessero in quel luogo i procuratori che avrebbero dovuto giurare fedeltà a Carlo V. Era l’unica fortificazione del borgo, ma nella seconda metà del Cinquecento e agli inizi del Seicento non si distingueva più entro il centro abitato, giacché sulla sua area era sorta la Collegiata di San Leonardo.

Giancarlo Andenna,
ANDAR PER CASTELLI, DA NOVARA TUTTO INTORNO
Editore Milvia 1982


Onde benché detto castello sia in gran parte rovinato, per le tante rivolte degli Oltremontani, di diverse nationi, che questi nostri luoghi hanno dominati, tuttavia si vede ancora al presente una gran torre di pietre vive, la qual è di gran circuito, e altezza e è abitabile.

Fra Paolo Morigia
HISTORIA DELLA NOBILTÀ ET
DEGNE QUALITÀ DEL LAGO MAGGIORE
Bordone e Locarni, Milano 1603

Add comment

© 2016 Associazione Verbania Milleventi - Powered by WordPress & Tayp by IshYoBoy.com